Big G è in trattativa per remunerare i contenuti degli editori

Sembra confermata la notizia circolata nei giorni scorsi: Google pagherà gli editori per i contenuti legati alle notizie

Pochi giorni fa The Wall Street Journal ha annunciato questa notizia specificando che molte delle testate coinvolte si trovano fuori dagli Stati Uniti, in Francia e in Europa.

“Vogliamo dare alle persone giornalismo di qualità. È importante per una democrazia informata e aiuta a sostenere un’industria editoriale sostenibile” è il commento da parte di Google. “Siamo in trattative con i partner e cerchiamo nuovi modi per espandere i nostri rapporti con gli editori, basandoci su programmi come Google News Initiative”, ha precisato l’azienda.

Questo accordo, quando diventerà ufficiale, rappresenterà un importante cambiamento nei rapporti tra Google e gli editori che da anni hanno cercato un contributo economico dal colosso della tecnologia.

Sundar PichaiNel frattempo, sempre Google ha annunciato ieri di voler investire oltre 10 miliardi di dollari negli Stati Uniti nel corso del 2020. Lo ha dichiarato il Ceo Sundar Pichai, affermando che gli investimenti riguarderanno uffici e centri dati e saranno concentrati soprattutto in undici stati. Si tratta di Colorado, Georgia, Massachusetts, Nebraska, New York, Oklahoma, Pennsylvania, Texas, Washington e California. “Questi investimenti creeranno migliaia di posti di lavoro” ha aggiunto Pichai.

La società di Mountain View ha iniziato ad avvisare anche gli utenti italiani che, a partire dal prossimo 31 marzo, cambieranno i termini di servizio.

Big G vuole restare al passo con i tempi, in un quadro normativo in costante cambiamento, infatti, l’ultima modifica ai termini risale al 22 gennaio 2019.

Dopo un anno, quindi, Google ha deciso di aggiornarli richiedendo per la prima volta il “Requisiti di età”: dunque, a partire dal 31 marzo, per aprire un account Google sarà prevista un’età minima e, come previsto dal GDPR, l’utente dovrà avere almeno 14 anni.

Questa richiesta non è passata inosservata, soprattutto se si considera che gli smartphone Android necessitano di un account Google per funzionare.

Questo non significa che Google intende escludere i più giovani, infatti, ha previsto l’utilizzo di Family Link: in questo caso saranno i genitori o i tutori legali (già possessori di un account Google) a creare un account Google per i minori inferiori ai 14 anni.

Anche Google Chrome, Google Chrome OS e Google Drive dovranno attenersi alle nuove regole: per ciascun servizio offerto verranno inseriti tutti i collegamenti per consentire all’utente di verificare eventuali termini specifici.

Nell’ottica di un rapporto chiaro e trasparente con gli utilizzatori, Google ha anche voluto precisare cosa gli utenti debbano aspettarsi dalla società californiana specificando, ad esempio, i motivi di una modifica o sospensione di un servizio, oppure le informazioni sul trattamento dei contenuti caricati dall’utente.

Al contempo, Big G ha spiegato cosa si attende dagli utenti rispetto delle condotte di base e alla voce “Provvedimenti in caso di problemi”, ha chiarito in quali casi potrebbe rimuovere contenuti generati dagli utenti o sospendere un account. I nuovi termini entreranno in vigore dal 31 marzo non apportano modifiche al trattamento dei dati dell’utente: le politiche sulla privacy, quindi, restano invariate.

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