Pubblicità mobile: l’Italia è il secondo mercato europeo
Con un valore di 400 milioni di euro, il mercato italiano del mobile advertising è il secondo in Europa, dietro alla Gran Bretagna ma davanti a Francia e Germania, due Paesi in cui nel complesso la pubblicità online è considerevolmente più sviluppata.
Il dato emerge dall’AdEx Benchmark, il rapporto di IAB Europe che mette a confronto il mercato della pubblicità online in 27 Paesi del vecchio continente.
Lo studio certifica il sorpasso a livello europeo di Internet sulla tv: nel 2015 gli investimenti pubblicitari digitali in Europa hanno superato quelli televisivi con una spesa di 36,2 miliardi di euro contro 33,3 miliardi.
Complessivamente, il mercato più importante del digital advertising resta la Gran Bretagna, con un giro d’affari di 11,8 miliardi di euro, più del doppio del secondo paese, la Germania con 5,8 miliardi. Seguono la Francia con 4,2 miliardi e l’Italia al quarto posto con 2,1 miliardi.
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Interessante è però il dettaglio sul mobile, che mette in mostra una certa rapidità di sviluppo nel nostro Paese rispetto al contesto europeo. Dietro all’imprendibile Gran Bretagna, che con 1,78 miliardi di euro genera da sola la metà del valore complessivo del mobile advertising in Europa (stimato da IAB Europe in 3,5 miliardi), emerge infatti l’Italia con un mercato di 400 milioni, contro i 326 della Francia e i 204 della Germania.
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L’incidenza del mobile sul mercato display in Italia secondo le stime di IAB si attesta al 33%, un dato largamente superiore alla media europea, in virtù anche di una crescita sostenuta, confermata anche dagli ultimi dati di FCP-Assointernet e pari al 53,2% nel 2015, secondo IAB Europe.
Stando alle previsioni dell’associazione, il mobile potrebbe generare la maggior parte della spesa in display advertising già quest’anno in almeno due mercati europei (Gran Bretagna e Irlanda). Il mercato della pubblicità su smartphone a livello continentale è ancora trainato a livello di spesa dai formati app-install, mentre i due driver di crescita principali negli anni a venire saranno native e video.
Fonte: www.engage.it – Contemporary Marketing & Media del 6-07-16