Il 2016 è stato l’anno dell’affermazione dell’influencer marketing: funziona e crescerà
Proviamo a sintetizzarne i capisaldi.
L’86% degli intervistati ha fatto attività di influencer marketing e il 94% di questi ne ha certificato l’efficacia. In particolare, l’89% degli intervistati ne individua l’efficacia in materia di creazione di contenuti autentici (o percepiti come tali) rispetto al brand per cui operano, mentre il 77% considera questo tipo di strategia utile a stimolare l’engagement rispetto ai prodotti promossi.
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L’influencer marketing crescerà.
Il 47% degli intervistati prevede un aumento dei budget investiti in attività di influencer marketing a partire dal nuovo anno. Solo il 4% dichiara di voler ridurre i budget.
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Misurarne il ROI è la vera sfida
Il 78% degli intervistati si pone come sfida per l’immediato periodo la misurazione delle attvità di influencer marketing. Parliamo di un ambito operativo le cui risultanti non necessariamente possono essere di profitto, ma anche solamente di branding, come si raccontava in questo approfondimento, per cui si rende necessario un approccio che sappia individuare il ritorno sugli investimenti, immaginando una formula che possa essere onnicomprensiva di tutte le ricadute che questo genere di strategie possono avere.
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Esistono numerose varianti
Le attività di influencer marketing sono variabili sia nelle modalità con cui le si mette in pratica, sia per le scelte che si operano in materia di pricing.
Il 57% degli intervistati, ad esempio, dichiara di investire su un modello pay per post o pay per video. Per quanto riguarda il modello di princing invece si attestano sullo stesso risultato (25%) sia il costo per click che il costo per engagement.
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Un’ulteriore aspetto analizzato è il numero di ore destinato a questo tipo di attività. Il 42% degli intervistati dichiara di operare tra le 10 e le 25 ore per governare i processi. Quote dell’8% sia per chi dichiara di dedicare meno di 8 ore che per chi dichiara di andare oltre le 75.
I canali preferiti per le attività di influencer marketing sono, ancora una volta i social media. Interessante notare come Facebook e Instagram raggiungano gli stessi livelli di utilizzo (87%) a dimostrazione di come i marketer scelgano strategie multipiattaforma, con particolare attenzione a tutto ciò che è visivo, come era desumibile anche dai dati relativi alle strategie operative che puntavano su post e video.
Il dato certifica un risultato decisamente basso per Google+ (4%) e un modesto 28% per Snapchat, fino a pochi mesi fa annoverato come piattaforma del futuro. I numeri restano interessanti, ma il futuro paventato non sembra essere prossimo.