Agenda Digitale: Italia ancora terzultima in Europa
L’Agenda Digitale italiana e’ entrata nelle fasi piu’ calde. Il Governo ha nominato un commissario straordinario per accelerarne l’attuazione.
Dopo anni di continue riduzioni, nel 2015 la spesa in tecnologie digitali della Pubblica Amministrazione è tornata a crescere dello 0,5%, arrivando a 5,6 miliardi (fonte Assinform/Netconsulting), mentre diversi interventi istituzionali puntano a riqualificarla.
Le PA centrali e locali sono consapevoli del ruolo del digitale per lo sviluppo e praticamente tutte le Regioni italiane hanno definito una strategia di attuazione della propria Agenda Digitale.
I tre progetti di infrastruttura su cui si è concentrata l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) stanno iniziando a produrre risultati concreti: a 7 mesi dall’avvio del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) sono state erogate oltre 130.000 identita’ digitali, che entro il 2018 potrebbero diventare 9 milioni; il Sistema dei pagamenti elettronici (PagoPA) conta 9.500 PA, 90 prestatori di servizi di pagamento e quasi 600.000 transazioni effettuate; l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) e’ stata sperimentata in 26 comuni pilota con circa 6,5 milioni di cittadini coinvolti.
Dopo anni di continue riduzioni, nel 2015 la spesa in tecnologie digitali della Pubblica Amministrazione è tornata a crescere dello 0,5%, arrivando a 5,6 miliardi (fonte Assinform/Netconsulting), mentre diversi interventi istituzionali puntano a riqualificarla.
Le PA centrali e locali sono consapevoli del ruolo del digitale per lo sviluppo e praticamente tutte le Regioni italiane hanno definito una strategia di attuazione della propria Agenda Digitale.
I tre progetti di infrastruttura su cui si è concentrata l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) stanno iniziando a produrre risultati concreti: a 7 mesi dall’avvio del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) sono state erogate oltre 130.000 identita’ digitali, che entro il 2018 potrebbero diventare 9 milioni; il Sistema dei pagamenti elettronici (PagoPA) conta 9.500 PA, 90 prestatori di servizi di pagamento e quasi 600.000 transazioni effettuate; l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) e’ stata sperimentata in 26 comuni pilota con circa 6,5 milioni di cittadini coinvolti.
Nel contempo, e’ partito il piano sulla banda ultra larga: l’Italia e’ ancora tra gli ultimi Paesi in Europa per copertura di banda larga fissa, con solo il 44% delle abitazioni raggiunta da una rete ad almeno 30 Mbps nel 2015, ancora lontana dagli obiettivi posti da Europa e Governo. Ma siamo il Paese europeo con il miglior tasso di crescita nella copertura a 30 Mbps dal 2014 (+115%).
Nonostante importanti passi avanti e i tanti sforzi compiuti da Governo, AgID, PA e privati, l’Italia e’ ancora solo 25esima su 29 Paesi europei censiti dal Digital Economy and Society Index (DESI), l’indicatore che misura lo stato di attuazione dell’Agenda Digitale in Europa, con forti ritardi da recuperare su diversi indicatori. E si scopre che i Paesi europei che hanno fatto balzi in avanti nella loro trasformazione digitale sono anche quelli che crescono maggiormente da un punto di vista economico, sociale, industriale e nella lotta alla corruzione. Per avanzare su questi fronti l’Italia deve investire in competenze digitali e digitalizzazione delle imprese.
Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano. “L’indicatore che misura lo stato di attuazione dell’Agenda Digitale nei vari Paesi europei vede ancora gravi ritardi da recuperare, perché la situazione non si può ribaltare in poco tempo dopo anni di mancati investimenti, ma nel 2016 molto è stato fatto per rendere il Paese più ‘digitale’ – afferma Alessandro Perego, Direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano -. Bisogna continuare con decisione. L’esperienza degli altri Paesi suggerisce come la chiave sia la collaborazione tra pubblico e privato, che devono prendere consapevolezza dell’importanza di un’azione congiunta. Il piano triennale per l’Informatica nella PA, che sarà rilasciato per la fine dell’anno, porta avanti un modello chiaro che inquadra in una cornice organica le diverse iniziative e valorizza i contributi di PA e imprese. Chiediamo a pubblico e privato di sottoscrivere un ‘Patto per l’Italia Digitale’, proteggendo il modello di collaborazione previsto dal piano, per darne poi attuazione con regole comuni, progetti condivisi e logiche sistemiche”.
Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano. “L’indicatore che misura lo stato di attuazione dell’Agenda Digitale nei vari Paesi europei vede ancora gravi ritardi da recuperare, perché la situazione non si può ribaltare in poco tempo dopo anni di mancati investimenti, ma nel 2016 molto è stato fatto per rendere il Paese più ‘digitale’ – afferma Alessandro Perego, Direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano -. Bisogna continuare con decisione. L’esperienza degli altri Paesi suggerisce come la chiave sia la collaborazione tra pubblico e privato, che devono prendere consapevolezza dell’importanza di un’azione congiunta. Il piano triennale per l’Informatica nella PA, che sarà rilasciato per la fine dell’anno, porta avanti un modello chiaro che inquadra in una cornice organica le diverse iniziative e valorizza i contributi di PA e imprese. Chiediamo a pubblico e privato di sottoscrivere un ‘Patto per l’Italia Digitale’, proteggendo il modello di collaborazione previsto dal piano, per darne poi attuazione con regole comuni, progetti condivisi e logiche sistemiche”.
Fonte: Primaonline del 14.11.16