In UK gli editori crescono e sono ottimisti sul futuro: indagine dell’Association Online Publisher

Secondo una recente ricerca dell’Associazione inglese degli Editori Online – AOP Association Online Publisher (www.ukaop.org) – gli editori inglesi sono sempre più ottimisti sulle prospettive di trend dei ricavi, nonostante l’incertezza economica che circonda Brexit, la crescente corrente dell’ad blocking e la “commoditizzazione” della display advertising.
Infatti, dagli ultimi risultati dell’AOP’s Digital Publishers Revenue Index (DPRI) – report trimestrale realizzato da AOP in collaborazione con Deloitte – emerge che 4 editori su 5 nel Regno Unito prevedono una crescita positiva nei prossimi 12 mesi e, nonostante l’incertezza Brexit, più della metà degli editori ha registrato nel secondo trimestre 2016 una crescita positiva rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Inoltre, la ricerca rivela che nel Regno Unito l’ottimismo degli editori sui ricavi pubblicitari dell’anno a venire è generato in particolare dall’attesa crescita della video advertising inventory, ma anche da altre fonti di revenue (come evidenziato nella tabella) che possono compensare le fonti più tradizionali ormai in declino.
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Il video online, cresciuto del 117% rispetto al 2° trimestre 2015, è infatti il segmento che ha registrato la più rapida crescita nello stesso periodo del 2016, numerosi editori stanno riorganizzando il proprio business mettendo il video in prima linea.
L’aumento dell’ad blocking ha contribuito ad una diminuzione del 7% dei ricavi da display adv, ma la ancora lenta adozione di formati che “raggirino” i blocker – fa si che la native adv continui a rappresentare la più grande fonte di ricavo per gli editori del Regno Unito.
Per continuare ad incrementare il fatturato totale gli editori sono stati costretti ad esplorare nuove forme di revenue al di fuori della stampa, che registra un progressivo declino, in linea con il cambiamento dei modelli di consumo.
Ciò significa:
– che gli editori hanno iniziato a monetizzare i propri dati di audience, come esemplificato dal MailOnline’s programmatic deal con Infectious Media (LINK);
– che si sperimenta l’header bidding come mezzo per dare agli editori la possibilità di vendere l’invenduto al miglior offerente
– che l’emergere di alleanze tra editori sta offrendo l’opportunità di monetizzare diversamente l’unsold inventory.
Dan Ison, lead partner for media and entertainment di Deloitte, ha commentato: “Gli editori del Regno Unito sono oggi più flessibili e pronti a cambiare di fronte a variabili imprevedibili, e questa fiducia si riflette nel loro ottimismo per l’anno a venire.”
Nonostante le prospettive positive, la fetta più grande dei ricavi pubblicitari si trova però ancora nelle mani dei colossi digitali Facebook e Google, che detengono il controllo del 75% della spesa pubblicitaria online complessiva.
E questo fenomeno non mostra alcun segno di rallentamento: da una recente ricerca di eMarketer  emerge che Facebook, Twitter e Google supereranno nel 2016 la crescita della pubblicità digitale nel Regno Unito.
Richard Reeves, Amministratore Delegato di AOP, ha commentato: “Nell’attuale momento di incertezza economica derivante dalla decisione della Gran Bretagna di uscire dall’Unione Europea, è incoraggiante che gli editori del Regno Unito abbiano  registrato una crescita così positiva nel secondo trimestre e che si sentano ottimisti  circa la crescita futura del settore. “
“Con l’emergere sul mercato di formati video sempre più innovativi, non c’è forse da sorprendersi che i video online abbiano performato così bene in questo trimestre. Sarà interessante vedere come questo strumento si evolverà e quale forma darà al futuro dell’editoria digitale “.
Il report Q2 2016 DPRI si basa su un’indagine svolta su 20 editori digitali del Regno Unito: 14 editori B2C e 6 editori B2B.
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