AD blocker e pubblicità sostenibile: per l’80% degli italiani è il pop-up il formato più fastidioso

Una recente ricerca Teads-Research Now ha indagato sulle motivazioni che inducono gli utenti a installare gli ad blocker. Un interrogativo cui si è voluto dare una risposta per aiutare il mercato a capire cosa sviluppare a livello tecnologico per continuare a supportare l’editoria online e, allo stesso tempo, per creare un dialogo lineare tra inserzionisti e utenti, senza che i primi siano un elemento di disturbo nell’esperienza di navigazione dei secondi.

Per lo studio sono state intervistate oltre 9.000 persone a livello globale. Un campione suddiviso in tre gruppi: utenti con ad blocker attivo su desktop/laptop, con ad blocker attivo su mobile e utenti a conoscenza di questi strumenti, ma che non ne hanno installato ancora uno. La ricerca è stata condotta tra i due principali mercati digital internazionali Stati Uniti e America Latina (Messico, Brasile, Argentina) e i 5 principali Paesi europei: Inghilterra, Germania, Spagna, Francia e Italia.

Dall’analisi sono emersi due dati molto rilevanti: tre utenti su quattro hanno dichiarato che i formati forzati e intrusivi sono tra le principali ragioni che motivano l’installazione di sistemi che bloccano l’erogazione dell’annuncio pubblicitario. Inoltre, l’80% degli italiani considera il formato pop-up il più fastidioso e penalizzante durante la navigazione online.

In particolare, in Italia emerge che dietro la scelta di installare un ad blocker ci sono: il potere della scelta, il passaparola, il browser che fa la differenza, la penalizzazione dell’esperienza di navigazione.

Il profilo di chi utilizza gli ad blocker in Italia è composto soprattutto da uomini, con un’età compresa tra i 18 e i 34 anni, persone che tendono maggiormente a installare sistemi ad blocker sui propri device anche mobile. Inoltre, su desktop, il 39% in più degli utenti rispetto al mobile, è più predisposto a guardare un annuncio non intrusivo.

Infatti, l’85% degli utenti italiani non installerebbe gli ad blocker se il formato di advertising desse loro la possibilità di skippare o chiudere l’annuncio. Il 38% degli utenti con un ad blocker installato su desktop o laptop, ha scoperto l’esistenza di questi software tramite altri utenti, di contro il 76% degli intervistati con ad blocker attivo utilizza Chrome, contro il 39% di Firefox.

Per il 67% degli utenti tricolori la pubblicità, soprattutto non skippabile, viene bloccata anche perché rallenta l’esperienza di navigazione. Il 57% del campione ritiene che al momento ci siano troppi formati invasivi, classificabili con il termine “fastidiosi”.

«Gli utenti di tutto il mondo hanno espresso un’avversione nei confronti dei formati intrusivi, ma fornire la possibilità di scelta è la chiave per aprire un dialogo migliore con loro – ha sottolineato Michele Marzan, Ceo di Teads Italia -. La rapida diffusione di sistemi in grado di bloccare l’erogazione di un contenuto pubblicitario è già un campanello d’allarme per tutti gli attori del panorama della pubblicità video online. Dobbiamo prestare attenzione alle domande dei consumatori, che oggi richiedono più rispetto per la loro esperienza di navigazione online. In tal senso, Teads è in prima linea nel sostenere che sono sempre gli utenti a decidere se fruire un annuncio oppure no».

Infatti, il dipartimento di R&D del player è impegnato nella costruzione di esperienze di branding che uniscono le esigenze degli utenti con quelle di marchi e publisher. inRead, infatti, è un formato che si apre all’interno di un contenuto editoriale e skippabile dall’inizio. Il video parte solo quando è visibile per più del 50% del player e si interrompe quando meno visibile.

A livello globale, l’analisi rivela che gli intervistati degli Stati Uniti dichiarano una maggiore avversione verso gli annunci forzati e il 74% ha risposto che sono il principale motivo che porta all’installazione degli ad blocker contro il 60% degli italiani che, per la stessa ragione, non esiterebbero a bloccare gli annunci considerati invasivi.

La maggior parte degli utenti che riconsidererebbe l’installazione di un ad blocker, se i formati dessero la possibilità di scelta, si trova in Messico e Spagna e rappresentano l’89% degli intervistati.

Gli argentini sono i più infastiditi dal formato pre-roll (formato pubblicitario erogato su un altro contenuto video), il 57% preferisce il formato nativo in-article e solo il 13% di questi vengono considerati altamente intrusivi.

In Germania, Paese natale di Adblock Plus, il 72% degli utenti intervistati ha installato un ad blocker perché motivati dall’intrusività degli annunci, ma l’83% potrebbe non usarli se si desse loro la possibilità di scelta.Puoi scaricare la ricerca integrale a QUESTO LINK