L’Osservatorio ANES Outlook 2019 delinea il business dell’editoria b2b

ANES Outlook è l’unica indagine italiana sul trend dell’editoria B2B.

Lo scorso 18 Luglio si è tenuta, presso la sede di ANES, la presentazione dell’Osservatorio ANES Outlook 2019 che rappresenta il mercato editoriale b2b in Italia.

Il Responsabile del Centro Studi di ANES, Paolo Cionti di Edisport Editoriale, ha spiegato ai presenti che l’indagine quest’anno si è focalizzata su quattro macroaree tematiche:

  • social-email;
  • ricavi;
  • struttura organizzativa;
  • scenari.

e che per la prima volta ha coinvolto anche gli editori non associati ad ANES e ANES Digital.

I punti fondamentali emersi dall’indagine sono i seguenti:

Area #social-email

Si registra una concentrazione su pochi social network; gli editori hanno terminato l’era dei test su più di 3 piattaforme. Risulta attenuata la popolarità di Facebook e di Twitter; restano, invece, stabili LinkedIn, Instagram, YouTube e Pinterest.

Sulla base dell’indagine 2019 European Communication Monitor, si può notare che gli editori b2b in Italia sono indietro nell’utilizzo di LinkedIn e Twitter, cui invece viene riconosciuta una maggiore vocazione business all’estero.

Il potenziale di Dem e newsletter non è ancora sfruttato pienamente, se si considera lo stato attuale della profilazione utenti.

Ad un anno dall’entrata in vigore del GDPR, le aziende editoriali b2b devono ancora migliorare l’attività di profilazione dei contatti della mailing-list in quanto, nella raccolta dei dati e informazioni aggiuntive degli utenti, è tracciata discretamente solo la professione.

Area #ricavi

Esiste una differenziazione del profilo delle fonti di ricavo tra editori tradizionali e pure digital.

Editori tradizionali

  • Pubblicità sui media tradizionali: il 63%
  • Pubblicità sui media digitali: il 12%
  • Vendita copie cartacee: il 12%
  • Atri ricavi: 3%

 Editori pure digital

  • Pubblicità sui media digitali: il 40%
  • Vendita copie digitali: il 28%
  • Atri ricavi: 23%

Da questa ripartizione dei ricavi tra editori tradizionali e pure digital emerge che, questi ultimi, hanno una migliore predisposizione a diversificare le fonti di reddito e che il loro modello di business fa più affidamento sulla vendita dei contenuti.

Distinguendo invece le fonti di ricavo tra quelle basate sulla vendita di pubblicità e quelle che si basano sulla vendita dei contenuti, secondo quanto dichiarato dall’indagine, dal 2015 ad oggi i ricavi pubblicitari hanno incrementato il ricorso a vendite display, Dem e lead generation.

I ricavi invece da contenuti hanno incrementato l’utilizzo di accessi a pagamento e diminuito quello di corsi online e vendita di app.

La vendita della pubblicità in modalità programmatic è perlopiù ignota o inesplorata. Per il 54% delle aziende editoriali b2b la raccolta è del tutto inesplorata; per il 36% è nota ma non in uso e per il 10% che l’ha adottata è stata insoddisfacente.

In molti casi, comunque, i ricavi digitali sono ancora molto legati alla presenza di quelli tradizionali.

Area struttura organizzativa

Quasi tutti gli editori sono dotati ormai di mail server, web server e CMS. Arretrate le adozioni di Adserver e piattaforma di e-commerce.

Area scenari

Tra le aree tradizionali su cui impatta maggiormente la digitalizzazione emergono la pubblicazione delle riviste e le funzioni aziendali interne, segno quest’ultimo che le aziende forse stanno ancora cercando di interiorizzare un approccio corretto per il digitale.

Paolo Cionti si è soffermato su quanto incidono i ricavi digital sul giro giro d’affari globale, evidenziando come per quasi 3 aziende su 5 essi pesano per oltre il 10% sul fatturato complessivo anche se solo il 38% delle aziende reinveste nel digitale una quota maggiore del 10% del fatturato.

Si coglie comunque un importante dato di sintesi: nessun editore prevede di diminuire gli investimenti in digitale nel 2019. Tali investimenti saranno rivolti soprattutto a visibilità SEO e miglioramento o arricchimento di prodotti/contenuti esistenti piuttosto che alle risorse di base (personale e strumenti).

Gli editori ritengono che le aree di rischio da tenere sotto controllo risiedano più che altro in fattori esogeni e non, come in precedenza, in modelli organizzativi interni.

Agli intervistati è stato infine chiesto come percepiscono il proprio posizionamento digital rispetto al mercato e il 40% ha risposto di sentirsi in linea, il 31% migliore dello standard di mercato, mentre il 17% non è in grado di rispondere.

La presentazione integrale dei risultati di ANES Outlook 2019 è disponibile gratuitamente, su richiesta, al seguente link: https://bit.ly/2LyN44z