E qual è il trend dell’ADV a livello globale?

A livello globale, secondo il “Global Advertising Forecast” pubblicato a dicembre 2016 da Magna Global, le revenue pubblicitarie dei media owner sono cresciute (sul 2015) del 5,7%, per raggiungere un totale di 493 miliardi di dollari.
Il più grande contributo è arrivato dagli Usa (+6,9%), seguiti da Cina (+7,2%), Australia (+7,4%) e Uk (5,2%).
Eventi come le elezioni negli Stati Uniti, i Mondiali di Calcio, le Olimpiadi e la Coppa America hanno spinto questa crescita, pur non conseguendo i risultati che gli analisti si aspettavano.
Proprio la mancanza di questo genere di ricorrenze, unito a diverse situazioni di incertezza politica, causerà un rallentamento del trend positivo per il 2017, che si attesterà intorno al +3,6%. Sarà il più basso tasso di crescita dalla grande recessione del 2008-09.
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L’advertising digitale è valso, globalmente 178 miliardi di dollari (+17%) mentre l’offline (tv e radio lineare, stampa e out-of-home) è rimasto stabile, anzi in leggera flessione (-0,3%, 315 miliardi).
Senza le manifestazioni citate, le stime indicano che i media tradizionali avrebbero perso addirittura il 2%.
Il digital, invece, è in piena salute e diventerà il primo media nel 2017, raggiungendo un market share del 40% e superando i 200 miliardi.
E il mobile svolgerà un ruolo consistente in questo sorpasso, rappresentando con impression e clic il 52% dei digital sales.
Quasi il 90% della crescita netta proverrà da due formati adv: search e social.
In alcuni mercati dell’Est Europa, questi due campi rappresenteranno il 110% della crescita. Questo dato significa che la somma di tutto ilr esto (incluso online display e video) avrà segno “meno” in quelle regioni.
Un ultimo dato: Facebook e Google, che dominano search e social, controlleranno più della metà (54%) del totale del mercato pubblicitario digitale (contro il 44% dello scorso anno). La tv lineare, seconda forza tra i media, si fermerà al 36% della torta e a 186 miliardi).
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L’incrocio tra un report di Goldman Sachs e un di Magna Global, effettuato da Milano Finanza e ripreso da Datamediahub (in un articolo di Pier Luca Santoro) restituisce, poi, un’immagine dell’evoluzione degli investimenti pubblicitari per mezzo nell’ultimo decennio tra i Paesi membri dell’UE.
Il digitale ha vissuto una vera e propria esplosione. Secondo le stime, infatti chiuderà il 2016, con una crescita del 252% rispetto al 2007. Digitale che, inclusa search a pagamento e social ads, diventa il primo canale, il primo medium per investimenti pubblicitari sorpassando anche la televisione.
Per quanto riguarda i mezzi tradizionali, la televisione rimane stabile, seppure gli ultimi anni abbiano presentato livelli di inflazioni bassi.
Nello stesso periodo, come noto, la stampa – quotidiani e periodici – si dimezza. Anche la radio, che invece nel nostro Paese sta vivendo, parrebbe, una seconda primavera, nel complesso registra un flessione degli investimenti pubblicitari del 7.8%. L’out of home resta invece stabile, e dunque, come per la TV, in termini reali cala.
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dmh